ALL STAR GAME IBL: UNA GRANDE FESTA IN TUTTI I SENSI
La sera della festa: questo è l'All Star Game. Una serata di gioia, di buon baseball, la somma del meglio che abbiamo al momento in quanto ad atleti. E' stato così da subito, ancora prima che la partita iniziasse. I giocatori mischiati al pubblico che aspettava l'inizio della kermesse, risate, saluti tra vecchi amici che non si vedevano da tempo. Tutto con la tranquilla atmosfera di un party, con i bambini che corrono qua e là, cercando di accaparrarsi autografi dai giocatori e, nell'aria, i profumi di una serata bolognese fino al midollo.
Non solo festa, ma anche riflessione. Impossibile non pensare alla casualità, quella tremenda che porta via, in un attimo, un ragazzone che aveva appena finito di dare, al baseball, una manciata della sua passione. Durante il lungo, partecipato, commosso, emozionato applauso che ha accompagnato il ricordo di Robert Fontana, molti, se non tutti, avranno meditato sulla leggera consistenza di una vita. Sulla propria vita. Ed ecco che, all'improvviso, il ricordo di chi non c'è più torna ad essere felicità di vivere, di fare ciò che avrebbe voluto fare lui: vivere. E giocare a baseball.
Allora, forza! Tutti a giocare con passione e attenzione e felicità. Quale celebrazione migliore di questa? Tutto in uno stadio che non ha alterato la cosa più importante: la vicinanza fisica ai giocatori. Sei lì, vicino a loro: li vedi entrare ed uscire dallo spogliatoio, ci puoi parlare perché loro, quei giocatori della massima serie e della nazionale, non si tirano indietro se gli chiedi un autografo o una foto insieme. Loro ballano e ridono e si prendono in giro uno con l'altro, ma si fermano a cantare l'inno d'Italia o, semplicemente lo ascoltano, perché moltissimi di loro neppure sono italiani. Si chiama “rispetto”, quello che il baseball insegna da quando è stato inventato.
Tre sono le cose che potremmo ricordare di questa serata: ringraziare la vita, ringraziare il baseball, ringraziare Bologna.
dallo stadio Gianni Falchi di Bologna, C.P.
Nella foto, i partecipanti all'All Star Game 2015. La partita tra Italia e selezione delle stelle del campionato è finita con il punteggio di 3-3, con Alessandro Vaglio nominato MVP del match (foto di Lorenzo Bellocchio - Grandeslam.net).
Non solo festa, ma anche riflessione. Impossibile non pensare alla casualità, quella tremenda che porta via, in un attimo, un ragazzone che aveva appena finito di dare, al baseball, una manciata della sua passione. Durante il lungo, partecipato, commosso, emozionato applauso che ha accompagnato il ricordo di Robert Fontana, molti, se non tutti, avranno meditato sulla leggera consistenza di una vita. Sulla propria vita. Ed ecco che, all'improvviso, il ricordo di chi non c'è più torna ad essere felicità di vivere, di fare ciò che avrebbe voluto fare lui: vivere. E giocare a baseball.
Allora, forza! Tutti a giocare con passione e attenzione e felicità. Quale celebrazione migliore di questa? Tutto in uno stadio che non ha alterato la cosa più importante: la vicinanza fisica ai giocatori. Sei lì, vicino a loro: li vedi entrare ed uscire dallo spogliatoio, ci puoi parlare perché loro, quei giocatori della massima serie e della nazionale, non si tirano indietro se gli chiedi un autografo o una foto insieme. Loro ballano e ridono e si prendono in giro uno con l'altro, ma si fermano a cantare l'inno d'Italia o, semplicemente lo ascoltano, perché moltissimi di loro neppure sono italiani. Si chiama “rispetto”, quello che il baseball insegna da quando è stato inventato.
Tre sono le cose che potremmo ricordare di questa serata: ringraziare la vita, ringraziare il baseball, ringraziare Bologna.
dallo stadio Gianni Falchi di Bologna, C.P.
Nella foto, i partecipanti all'All Star Game 2015. La partita tra Italia e selezione delle stelle del campionato è finita con il punteggio di 3-3, con Alessandro Vaglio nominato MVP del match (foto di Lorenzo Bellocchio - Grandeslam.net).