Le squadre vincenti della West e Central Division si contenderanno in 7 partite l’American League, mentre la solita super-terna (NY-Boston-Tampa) della East Division se ne starà a guardare. Questa ALCS (American League Championship Series) vede di fronte i Texas Rangers che giocheranno in casa gare 1-2 ed eventuali gare 6-7 per bissare il successo del 2010 contro i Detroit Tigers che proveranno a replicare la loro vittoria del 2006.
Per la cronaca i Rangers l’anno scorso persero, poi in seguito, le World Series contro i San Francisco-Giants. Stessa storia per Detroit che nel 2006 uscirono sconfitti nelle WS dai St.Louis Cardinals. Quindi la voglia di riprovarci per entrambe, è tanta.

Si parte: siamo a Dallas, al Rangers Ballpark in Arlington, seduto in prima fila inquadrato dalle telecamere, è presente anche il tifoso nonché ex proprietario dei Texas, George W. Bush e già questo fatto, porta spontaneamente la massa dei tifosi neutrali a simpatizzare Detroit!
Sul monte, il Californiano-Texano Wilson deve affrontare quel Justin Verlander leader dell’intera Major, per quanto riguarda vittorie e strike-out, quel Verlander in odore di Cy Young.
Ma andiamo in campo: subito un erroraccio in difesa per i Tigers, l’esterno centro Jackson si fa scappare un “volo” che “neanche noi nell’amatoriale”… Andrus ne approfitta e si porta in RISP (runner in scoring position), tocca quindi a Verlander a sistemare le cose mandando K in sequenza prima Josh Hamilton (Big-Hammy) e poi Adrian Beltre: zero punti entrati e Jackson che tira un sospiro di sollievo… perché se entrava un punto per quel suo errore, non ci dormiva la notte.
Le mazze del Texas sembrano calde, infatti prima Napoli, Murphy e Kinsler piazzano valide e portano a casa 2 punti e poi al 4° inning si sveglia pure Nelson Cruz (autore fino ad ora di una pessima post-season), un Cruz che di colpo sente la sveglia suonare e bastona fuoricampo una fastball di Verlander. 3-0 Rangers.

Acqua, piove, piove in Texas, l’arbitro ordina la sospensione una, due volte, telone copri-diamante su, telone giù, telone srotolato e telone arrotolato. Tra un Rain-Delay e l’altro si muovono anche i Tigers: Santiago e Jackson con 2 doppi e la complicità di un “wild-pitch” di Wilson portano 2 punti nelle casse di Detroit…. Siamo ora 3-2 per i Texani. I lanciatori partenti scendono presto, nessuno dei due arriva a fare 5 inning, sono difficili da gestire 2 lunghe pause per la pioggia in quanto rimanere caldi e pronti così tante ore non è il massimo per un partente che già deve gestire troppe cose a livello fisico e mentale.
Curiosità: per la seconda volta in questa post-season Verlander ha aperto la prima partita della serie in compagnia della pioggia, dubitiamo possa essere contento di ciò, ma non stiamo di certo a chiederglielo.
Avanti con i rincalzi. Da qui in avanti non si vedono altro che “flies-out”, “ground-out" e “strike-out”, con il punteggio rimane inchiodato sul 3-2 per i padroni di casa. Texas inizia bene, non si lascia scappare la prima in casa ma la serie è lunga, molto lunga...

                                                                                                    di Roberto Mantovani

Nella foto Neftali Feliz, closer dei Texas Rangers, lancia durante il suo rilievo al nono inning dove otterrà la prima salvezza di questa serie (Photo by Bob Levey/Getty Images per Espn.com).