DA AT&T PARK A ZITO, L'ALFABETO COMPLETO DELLE WORLD SERIES 2012 VINTE DAI SAN FRANCISCO GIANTS
Due anni dopo la vittoria del 2010 contro i Texas Rangers, i San Francisco Giants ritornano sul tetto del mondo, sconfiggendo per quattro gare a zero i Detroit Tigers al termine di una Finale dominata in lungo e in largo. Per celebrare la vittoria da parte della squadra californiana, ecco l'Alfabeto dalla A alla Z delle World Series 2012, visto ovviamente dall'ottica dei Neo Campioni del Mondo dei San Francisco Giants.
A come AT&T Park. Lo stadio dei San Francisco Giants è stato l'arma in più della formazione californiana tra le Finali della National League e le World Series, grazie ad un pubblico caldo (nonostante il freddo atmosferico) e sempre pronto a incitare i propri beniamini
B come Bochy. Se i San Francisco Giants sono di nuovo Campioni del Mondo per la seconda volta in tre anni, grande merito lo devono al proprio Manager capace di guidare la propria squadra alla vittoria finale nonostante i tanti problemi avuti nel corso della stagione. Due esempi? La crisi di rendimento di Linceum e la squalifica di Melky Cabrera, che fino a quel momento era stato il miglior battitore della squadra.
C come Cain. L'Ace del monte di lancio dei San Francisco Giants è ancora una volta protagonista in questa Post Season per la sua squadra. Riesce infatti a tenere testa alla voglia di rivalsa dei Tigers, subendo sì due fuoricampo nella quarta partita delle World Series, ma permettendo ai suoi di rimanere in gara fino alla fine.
D come Detroit. Per questi Giants giocare in casa o in trasferta non fa nessun effetto. Dopo aver vinto tre partite a Cincinnati, recuperano uno svantaggio di due partite, nelle Division Series, ecco arrivare la vittoria in gara cinque a St.Louis per una nuova rimonta che è valsa il Titolo della National League. Prima dei due successi arrivati in trasferta alle World Series al Comerica Park di Detroit.
E come ERA. I punti guadagnati dai lanciatori partenti dei San Francisco Giants sono infatti a dir poco strabilianti: 1 da Zito nella prima partita con quasi sei inning tirati, 0 da Bumgarner in sette riprese sul monte in gara due così come Vogelsong che nei sei inning della terza partita non ha subito punti. Peggio, se così vogliamo dire, fa Cain in gara quattro dove subisce 3 punti in sette riprese lanciate. In ogni caso, chapeu per tutti e quattro.
F come Freddo. Se nelle passate stagioni ci eravamo abituati a Dallas e al caldo texano, in questo 2012 l'elemento in comune tra le due squadre che si sono affrontate alle World Series è stato senza ombra di dubbio il freddo. Sia a San Francisco che a Detroit, infatti, il vento gelido proviente dal mare e dal Canada hanno fatto sembrare la Finale più un Winter Classic che un Fall Classic.
G come Giappone. La fortuna di Ryan Vogelsong è stata quella di andare a giocare dal 2007 al 2010 in terra nipponica, recuperando credito nella Major League dopo le ultime stagioni non esaltanti. Qui è avvenuta la sua redenzione, che gli ha permesso poi di essere richiamato negli USA e di lanciare da protagonista alle World Series 2012, dove ha ottenuto la vittoria in gara tre.
H come Huff. Sono pochi i superstiti della vittoria delle World Series 2010 avvenuta contro i Texas Rangers e Aubrey Huff è uno di questi. Giocatore sempre dedito al lavoro e al sacrificio, ha lasciato posto a Brandon Belt come difensore del cuscino di prima base e si è fatto trovare utile soprattutto come pinch hitter. Perchè il bene della squadra viene prima di ogni cosa.
I come Inning. Sono state infatti 20 le riprese in cui i San Francisco Giants non hanno subito nessun punto, ovvero le due partite intere di gara due e gara tre terminate ambedue 2 a 0 per la squadra californiana e le prime due riprese della quarta partita, vinta poi lo stesso al decimo inning da Lincecum e compagni.
K come K, ovvero lo strike out che ha chiuso e che ricorderà alla perfezione le World Series 2012. Stiamo parlando dell'eliminazione al piatto di Miguel Cabrera per mano del closer dei Giants Sergio Romo che, come aveva fatto nel 2010 Brian Wilson contro i Texas Rangers nel duello contro Nelson Cruz, regala alla sua squadra la vittoria del Titolo con un grande strike out.
L come Leader. E' il ruolo che ha ricoperto Hunter Pence dal momento in cui è stato scambiato a poche ore dalla fine del mercato con i Philadelphia Phillies. L'esterno destro è stato infatti il trascinatore dei Giants, come testimoniato anche dai suoi discorsi prima delle partite, come, ad esempio, quelli fatti contro i Cincinnati Reds e i St.Louis Cardinals quando San Francisco era ad un passo dall'eliminazione.
M come MadBum. E' il soprannome di Madison Bumgarner che ancora una volta ha brillato alle World Series, dopo la stupenda performance avuta in gara quattro delle Finali del 2010 quando schiantò i Texas Rangers ad Arlington, regalando la vittoria numero tre della serie ai suoi compagni. Due anni più tardi è praticamente intoccabile per l'attacco avversario in gara due per un'altra prestazione indementicabile.
N come National League. A volte ce lo dimentichiamo, ma per andare a giocare le World Series bisogna essere prima campioni delle due Leghe, l'American e appunto la National. E i San Francisco Giants lo sono diventati grazie a due rimonte storiche contro i Cincinnati Reds (da 0 a 2 a 3 a 2) e contro i St.Louis Cardinals (da 1 a 3 a 4 a 3) rispettivamente nelle Division Series e nella finale di League.
O come Out, ovvero fuori come nel caso di Melky Cabrera. L'ex New York Yankees, infatti, è stato trovato positivo al testosterone a metà stagione, dopo aver dominato in lungo e in largo la classifica dei battitori della National League. La sua squalifica per sessanta partite doveva rovinare i piani dei Giants che invece, contro ogni pronostico, si sono fatti forza e si sono qualificati per la Post Season, senza convocare Cabrera, una volta scontata la squalifica. Vincendo poi le World Series senza di lui.
P come Panda. Tre fuoricampo per diventare leggenda. Pablo Sandoval si è presentato così in gara uno delle World Series, diventando il quarto giocatore a riuscire nell'impresa nella storia della Major League dopo Babe Ruth, Reggie Jackson e Albert Pujols. Per il resto altri importanti contatti in attacco e grande attenzione in difesa. Nel 2010 aveva vinto il titolo senza però risultare tra i protagonisti. Quest'anno invece ha vinto addirittura il premio di MVP. Meritato.
Q come Quarterback. Alex Smith intepreta questo ruolo nei 49ers e indossava sempre il cappellino dei Giants come portafortuna dopo le partite che vinceva. La sua squadra glielo ha vietato e per protesta i Giants hanno deciso di indossare il cappello dei 49ers nelle interviste di questa estate.
R come Rilievi. Per vincere le World Series è necessario avere un ottimo parco partenti ma anche rilievi di grandisismo livello. I Giants hanno avuto ambedue le cose. Perchè avere un Lincecum che ti entra al setitmo e chiude la serranda, lasciando le briciole agli avversari in pochi possono dire di farlo.
S come Scutaro. L'MVP della Finale della National League è ancora una volta decisivo alle World Series, risultando determinante in attacco e sempre attento in difesa dove le battute dei Tigers sulla seconda base sono sempre prese dal suo guantone, come accaduto per due volte in gara tre dove ha dato vita a due doppi giochi di vitale importanza.
T come Tigers. Ci si aspettava una serie equilibrata con favorite le Tigri di Detroit e invece ecco arrivare una vittoria comoda per i San Francisco Giants, aiutati dal letargo anticipato da parte degli avversari che sono crollati fisicamente e mentalemente sul più bello.
U come Umpires, arbitri. Dopo i clamorosi errori realizzati tra Wild Card Game, Division e League Series, gli arbitri della Major League non prendono più abbagli colossali e guidano alla pefezione un evento importantissimo come le World Series.
V come Venezuela. Nove giocatori delle due squadre provengono dal Venezuela e cinque di questi militano nei San Francisco Giants, dove hanno contribuito enormemente per la vittoria delle World Series. I loro nomi: Marco Scutaro, Pablo Sandoval, Gregor Blanco, Hector Sanchez e Josè Mijares.
W come Wilson. L'infortunio patito ad inizio stagione dallo storico closer dei Giants aveva fatto spaventare i tiosi della squadra della Baia, anche perchè un lanciatore del genere è difficile trovarlo. E invece, una volta ottenuta la fiducia da parte dello staff tecnico, Sergio Romo è diventato quasi infallibile, firmando due salvezze pesanti alle World Series e non facendo dimenticare l'assenza del compagno e amico.
Y come Young e gli altri battitori dei Tigers. Venivano da una serie dominata, soprattutto come atteggiamento, contro i New York Yankeese dovevano fare la differenza in quella contro i Giants, nell'evento più importante dell'anno. Invece l'MVP dell'American League e la coppia Cabrera&Fielder è incappata in tre partite da incubo, prima di tentare il tutto per tutto con due fuoricampo colpiti in gara quattro quando però i giochi erano già fatti, per uno sweep che difficilmente verrà dimenticato a breve.
Z come Zito. Non era stato inserito nel roster all'epoca delle World Series 2010, per via di una rendimento molto altalenante. Due anni dopo, Zito si è riscattato alla grande, dominando le mazze dei Detroit Tigers in gara uno e contribuendo notevolmente alla vittoria della sua squadra. La rinvincita di Barry.
di Daniele Mattioli
Nella foto, Pablo Sandoval viene premiato con il titolo di MVP delle World Series (Matt Solcum - Pool/Getty Images da Espn.com).
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A come AT&T Park. Lo stadio dei San Francisco Giants è stato l'arma in più della formazione californiana tra le Finali della National League e le World Series, grazie ad un pubblico caldo (nonostante il freddo atmosferico) e sempre pronto a incitare i propri beniamini
B come Bochy. Se i San Francisco Giants sono di nuovo Campioni del Mondo per la seconda volta in tre anni, grande merito lo devono al proprio Manager capace di guidare la propria squadra alla vittoria finale nonostante i tanti problemi avuti nel corso della stagione. Due esempi? La crisi di rendimento di Linceum e la squalifica di Melky Cabrera, che fino a quel momento era stato il miglior battitore della squadra.
C come Cain. L'Ace del monte di lancio dei San Francisco Giants è ancora una volta protagonista in questa Post Season per la sua squadra. Riesce infatti a tenere testa alla voglia di rivalsa dei Tigers, subendo sì due fuoricampo nella quarta partita delle World Series, ma permettendo ai suoi di rimanere in gara fino alla fine.
D come Detroit. Per questi Giants giocare in casa o in trasferta non fa nessun effetto. Dopo aver vinto tre partite a Cincinnati, recuperano uno svantaggio di due partite, nelle Division Series, ecco arrivare la vittoria in gara cinque a St.Louis per una nuova rimonta che è valsa il Titolo della National League. Prima dei due successi arrivati in trasferta alle World Series al Comerica Park di Detroit.
E come ERA. I punti guadagnati dai lanciatori partenti dei San Francisco Giants sono infatti a dir poco strabilianti: 1 da Zito nella prima partita con quasi sei inning tirati, 0 da Bumgarner in sette riprese sul monte in gara due così come Vogelsong che nei sei inning della terza partita non ha subito punti. Peggio, se così vogliamo dire, fa Cain in gara quattro dove subisce 3 punti in sette riprese lanciate. In ogni caso, chapeu per tutti e quattro.
F come Freddo. Se nelle passate stagioni ci eravamo abituati a Dallas e al caldo texano, in questo 2012 l'elemento in comune tra le due squadre che si sono affrontate alle World Series è stato senza ombra di dubbio il freddo. Sia a San Francisco che a Detroit, infatti, il vento gelido proviente dal mare e dal Canada hanno fatto sembrare la Finale più un Winter Classic che un Fall Classic.
G come Giappone. La fortuna di Ryan Vogelsong è stata quella di andare a giocare dal 2007 al 2010 in terra nipponica, recuperando credito nella Major League dopo le ultime stagioni non esaltanti. Qui è avvenuta la sua redenzione, che gli ha permesso poi di essere richiamato negli USA e di lanciare da protagonista alle World Series 2012, dove ha ottenuto la vittoria in gara tre.
H come Huff. Sono pochi i superstiti della vittoria delle World Series 2010 avvenuta contro i Texas Rangers e Aubrey Huff è uno di questi. Giocatore sempre dedito al lavoro e al sacrificio, ha lasciato posto a Brandon Belt come difensore del cuscino di prima base e si è fatto trovare utile soprattutto come pinch hitter. Perchè il bene della squadra viene prima di ogni cosa.
I come Inning. Sono state infatti 20 le riprese in cui i San Francisco Giants non hanno subito nessun punto, ovvero le due partite intere di gara due e gara tre terminate ambedue 2 a 0 per la squadra californiana e le prime due riprese della quarta partita, vinta poi lo stesso al decimo inning da Lincecum e compagni.
K come K, ovvero lo strike out che ha chiuso e che ricorderà alla perfezione le World Series 2012. Stiamo parlando dell'eliminazione al piatto di Miguel Cabrera per mano del closer dei Giants Sergio Romo che, come aveva fatto nel 2010 Brian Wilson contro i Texas Rangers nel duello contro Nelson Cruz, regala alla sua squadra la vittoria del Titolo con un grande strike out.
L come Leader. E' il ruolo che ha ricoperto Hunter Pence dal momento in cui è stato scambiato a poche ore dalla fine del mercato con i Philadelphia Phillies. L'esterno destro è stato infatti il trascinatore dei Giants, come testimoniato anche dai suoi discorsi prima delle partite, come, ad esempio, quelli fatti contro i Cincinnati Reds e i St.Louis Cardinals quando San Francisco era ad un passo dall'eliminazione.
M come MadBum. E' il soprannome di Madison Bumgarner che ancora una volta ha brillato alle World Series, dopo la stupenda performance avuta in gara quattro delle Finali del 2010 quando schiantò i Texas Rangers ad Arlington, regalando la vittoria numero tre della serie ai suoi compagni. Due anni più tardi è praticamente intoccabile per l'attacco avversario in gara due per un'altra prestazione indementicabile.
N come National League. A volte ce lo dimentichiamo, ma per andare a giocare le World Series bisogna essere prima campioni delle due Leghe, l'American e appunto la National. E i San Francisco Giants lo sono diventati grazie a due rimonte storiche contro i Cincinnati Reds (da 0 a 2 a 3 a 2) e contro i St.Louis Cardinals (da 1 a 3 a 4 a 3) rispettivamente nelle Division Series e nella finale di League.
O come Out, ovvero fuori come nel caso di Melky Cabrera. L'ex New York Yankees, infatti, è stato trovato positivo al testosterone a metà stagione, dopo aver dominato in lungo e in largo la classifica dei battitori della National League. La sua squalifica per sessanta partite doveva rovinare i piani dei Giants che invece, contro ogni pronostico, si sono fatti forza e si sono qualificati per la Post Season, senza convocare Cabrera, una volta scontata la squalifica. Vincendo poi le World Series senza di lui.
P come Panda. Tre fuoricampo per diventare leggenda. Pablo Sandoval si è presentato così in gara uno delle World Series, diventando il quarto giocatore a riuscire nell'impresa nella storia della Major League dopo Babe Ruth, Reggie Jackson e Albert Pujols. Per il resto altri importanti contatti in attacco e grande attenzione in difesa. Nel 2010 aveva vinto il titolo senza però risultare tra i protagonisti. Quest'anno invece ha vinto addirittura il premio di MVP. Meritato.
Q come Quarterback. Alex Smith intepreta questo ruolo nei 49ers e indossava sempre il cappellino dei Giants come portafortuna dopo le partite che vinceva. La sua squadra glielo ha vietato e per protesta i Giants hanno deciso di indossare il cappello dei 49ers nelle interviste di questa estate.
R come Rilievi. Per vincere le World Series è necessario avere un ottimo parco partenti ma anche rilievi di grandisismo livello. I Giants hanno avuto ambedue le cose. Perchè avere un Lincecum che ti entra al setitmo e chiude la serranda, lasciando le briciole agli avversari in pochi possono dire di farlo.
S come Scutaro. L'MVP della Finale della National League è ancora una volta decisivo alle World Series, risultando determinante in attacco e sempre attento in difesa dove le battute dei Tigers sulla seconda base sono sempre prese dal suo guantone, come accaduto per due volte in gara tre dove ha dato vita a due doppi giochi di vitale importanza.
T come Tigers. Ci si aspettava una serie equilibrata con favorite le Tigri di Detroit e invece ecco arrivare una vittoria comoda per i San Francisco Giants, aiutati dal letargo anticipato da parte degli avversari che sono crollati fisicamente e mentalemente sul più bello.
U come Umpires, arbitri. Dopo i clamorosi errori realizzati tra Wild Card Game, Division e League Series, gli arbitri della Major League non prendono più abbagli colossali e guidano alla pefezione un evento importantissimo come le World Series.
V come Venezuela. Nove giocatori delle due squadre provengono dal Venezuela e cinque di questi militano nei San Francisco Giants, dove hanno contribuito enormemente per la vittoria delle World Series. I loro nomi: Marco Scutaro, Pablo Sandoval, Gregor Blanco, Hector Sanchez e Josè Mijares.
W come Wilson. L'infortunio patito ad inizio stagione dallo storico closer dei Giants aveva fatto spaventare i tiosi della squadra della Baia, anche perchè un lanciatore del genere è difficile trovarlo. E invece, una volta ottenuta la fiducia da parte dello staff tecnico, Sergio Romo è diventato quasi infallibile, firmando due salvezze pesanti alle World Series e non facendo dimenticare l'assenza del compagno e amico.
Y come Young e gli altri battitori dei Tigers. Venivano da una serie dominata, soprattutto come atteggiamento, contro i New York Yankeese dovevano fare la differenza in quella contro i Giants, nell'evento più importante dell'anno. Invece l'MVP dell'American League e la coppia Cabrera&Fielder è incappata in tre partite da incubo, prima di tentare il tutto per tutto con due fuoricampo colpiti in gara quattro quando però i giochi erano già fatti, per uno sweep che difficilmente verrà dimenticato a breve.
Z come Zito. Non era stato inserito nel roster all'epoca delle World Series 2010, per via di una rendimento molto altalenante. Due anni dopo, Zito si è riscattato alla grande, dominando le mazze dei Detroit Tigers in gara uno e contribuendo notevolmente alla vittoria della sua squadra. La rinvincita di Barry.
di Daniele Mattioli
Nella foto, Pablo Sandoval viene premiato con il titolo di MVP delle World Series (Matt Solcum - Pool/Getty Images da Espn.com).
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