LA JUVE98 SALUTA E CHIUDE I BATTENTI
Assurdo! La prima cosa che ho pensato appena finito di leggere il comunicato ufficiale con cui i massimi dirigenti Duilio Falcione e Mario Bruno hanno annunciato che la Juve98 non prenderà parte a nessun campionato nazionale di baseball.
Troppo duro il colpo assestato dalla crisi ad una regione fortemente in deficit, come quella piemontese, ed a un movimento tutto che bistrattato da media e assessorati locali rende sempre più arduo il compito di chi con passione vuole portare avanti una tradizione che andrebbe rispettata molto di più dai non addetti ai lavori.
Di seguito riportiamo nella sua interezza il comunicato diramato poche ore fa dalla stessa società: "Sic et simpliciter, la Juve98 toglie il disturbo. Non prenderà parte al prossimo campionato di serie A federale, non aderirà alla proposta federale di partecipare all'IBF "perchè Torino, che diamine ecc ecc ecc" e cambierà i connotati, diventando un'altra cosa. Perchè non ha i soldi per proseguire l'attività. L'annuncio è ufficiale, è già stato presentato al consiglio direttivo della società ed alla splendida squadra bianconera che ha assistito, ammutolita, all'annuncio, sinceramente ferale, dato dai dirigenti Duilio Falcione e Mario Bruno. Scompare una certezza dello sport torinese, si dissolve una pagina importante del baseball italiano, quello indigeno, fatto e costruito con le forze di casa, con la gente che viene dalla provincia, con il sudore della fronte piemunteis. Scompare un punto di riferimento, crediamo basilare, del baseball del nord ovest, detto per inciso, senza lasciare buchi, perchè non ci sono debiti. Ma non è più possibile proseguire questo bel percorso perchè Torino è la città più indebitata d'Italia /(Comune, 250 milioni di debiti, più 38 di multa per il mancato rispetto del patto di stabilità, Regione con debiti a voragine con numeri ben più grandi) e di conseguenza non ha pensieri per lo sport, anche se, in questo caso, si tratta della squadra più rappresentativa della città nella scia del dio calcio. La sponsorizzazione sotto la Mole è diventata una parola impronunciabile e non esistono i presupposti per rimettere in piedi questa macchina che costa ad occhio e croce un centello e che due amici del baseball non possono più nè reggere nè sorreggere. Perchè, come si dice, hanno famiglia. Detto per inciso, la presidenza ha rammarico zero, perchè le ha tentate tutte.
Ma il segnale del come si vive oggi viene dall'economia, dalle storie quotidiane della strada e chiedere soldi per il baseball "in giro" suscita silenzi e sorrisi ironici, e allora il coraggio di osare che ha retto per 15 anni diventa il coraggio di rendersi conto che il percorso non è più agibile. Sin qui si è fatto di ogni problema un pensiero virtuoso, compreso il rapporto con il Comune per l'utilizzo di un impianto povero in canna, vecchio ed ammalato che il Comune - per i motivi di cui sopra - si è dimenticato di curare. Ora che l'assessore allo sport Gallo (detto per inciso, mai visto al campo da baseball) ha garantito incremento dei costi per l'utilizzo degli impianti specificando con il suo segnale che lo sport costerà di più, è bene che la politica si riprenda ciò che ha dato per bugia, quest'impianto grande grosso e vecchio, malsano, barcollante. Senza la Juve, il cui contributo per il mantenimento del Passo Buole è elevato, anzi, molto elevato, viene fatalmente messa in discussione la prosecuzione dell'attività del resto del sistema, perchè "qui al Passo Buole" si paga tanto per calcare l'erba che il Comune si è dimenticato di dover tagliare. E la Juve chiede dunque scusa alle altre società, ma non è più in grado di sognare in grande.
Resta in ogni caso la tristezza per non aver completato l'opera, non aver esaurito il percorso di crescita di un gruppo eccezionale che meriterebbe di giocare nel massimo campionato, se i soldi avessero mai accompagnato quest'avventura. Ma fare sport a Torino, capitale di una regione che nelle ultime Olimpiadi di Londra dove gli azzurri hanno conquistato 28 medaglie ed il Piemonte zero, è veramente una prodezza che la Juve98 evidentemente non è riuscita a realizzare."
di Michele Acacia
Nella foto, i giocatori della Juve98 festeggiano dopo un punto segnato (sport.panorama.it).
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Troppo duro il colpo assestato dalla crisi ad una regione fortemente in deficit, come quella piemontese, ed a un movimento tutto che bistrattato da media e assessorati locali rende sempre più arduo il compito di chi con passione vuole portare avanti una tradizione che andrebbe rispettata molto di più dai non addetti ai lavori.
Di seguito riportiamo nella sua interezza il comunicato diramato poche ore fa dalla stessa società: "Sic et simpliciter, la Juve98 toglie il disturbo. Non prenderà parte al prossimo campionato di serie A federale, non aderirà alla proposta federale di partecipare all'IBF "perchè Torino, che diamine ecc ecc ecc" e cambierà i connotati, diventando un'altra cosa. Perchè non ha i soldi per proseguire l'attività. L'annuncio è ufficiale, è già stato presentato al consiglio direttivo della società ed alla splendida squadra bianconera che ha assistito, ammutolita, all'annuncio, sinceramente ferale, dato dai dirigenti Duilio Falcione e Mario Bruno. Scompare una certezza dello sport torinese, si dissolve una pagina importante del baseball italiano, quello indigeno, fatto e costruito con le forze di casa, con la gente che viene dalla provincia, con il sudore della fronte piemunteis. Scompare un punto di riferimento, crediamo basilare, del baseball del nord ovest, detto per inciso, senza lasciare buchi, perchè non ci sono debiti. Ma non è più possibile proseguire questo bel percorso perchè Torino è la città più indebitata d'Italia /(Comune, 250 milioni di debiti, più 38 di multa per il mancato rispetto del patto di stabilità, Regione con debiti a voragine con numeri ben più grandi) e di conseguenza non ha pensieri per lo sport, anche se, in questo caso, si tratta della squadra più rappresentativa della città nella scia del dio calcio. La sponsorizzazione sotto la Mole è diventata una parola impronunciabile e non esistono i presupposti per rimettere in piedi questa macchina che costa ad occhio e croce un centello e che due amici del baseball non possono più nè reggere nè sorreggere. Perchè, come si dice, hanno famiglia. Detto per inciso, la presidenza ha rammarico zero, perchè le ha tentate tutte.
Ma il segnale del come si vive oggi viene dall'economia, dalle storie quotidiane della strada e chiedere soldi per il baseball "in giro" suscita silenzi e sorrisi ironici, e allora il coraggio di osare che ha retto per 15 anni diventa il coraggio di rendersi conto che il percorso non è più agibile. Sin qui si è fatto di ogni problema un pensiero virtuoso, compreso il rapporto con il Comune per l'utilizzo di un impianto povero in canna, vecchio ed ammalato che il Comune - per i motivi di cui sopra - si è dimenticato di curare. Ora che l'assessore allo sport Gallo (detto per inciso, mai visto al campo da baseball) ha garantito incremento dei costi per l'utilizzo degli impianti specificando con il suo segnale che lo sport costerà di più, è bene che la politica si riprenda ciò che ha dato per bugia, quest'impianto grande grosso e vecchio, malsano, barcollante. Senza la Juve, il cui contributo per il mantenimento del Passo Buole è elevato, anzi, molto elevato, viene fatalmente messa in discussione la prosecuzione dell'attività del resto del sistema, perchè "qui al Passo Buole" si paga tanto per calcare l'erba che il Comune si è dimenticato di dover tagliare. E la Juve chiede dunque scusa alle altre società, ma non è più in grado di sognare in grande.
Resta in ogni caso la tristezza per non aver completato l'opera, non aver esaurito il percorso di crescita di un gruppo eccezionale che meriterebbe di giocare nel massimo campionato, se i soldi avessero mai accompagnato quest'avventura. Ma fare sport a Torino, capitale di una regione che nelle ultime Olimpiadi di Londra dove gli azzurri hanno conquistato 28 medaglie ed il Piemonte zero, è veramente una prodezza che la Juve98 evidentemente non è riuscita a realizzare."
di Michele Acacia
Nella foto, i giocatori della Juve98 festeggiano dopo un punto segnato (sport.panorama.it).
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