UN SOGNO DURATO FORSE 8 ANNI, FORSE 4 SECONDI, FORSE LA SOMMA DI TUTTI E 2...


C'è un niente, uno stupido punto, uno solo che ti separa dalle avversarie. Troppo poco per non provarci. Non puoi lasciare andare quella palla che continua a salire. Corri tu e corre l'avversaria che l'ha battuta. Anche lei, come te, ha fatto tanto per arrivare fino a quel momento.
La palla è arrivata al punto di ricaduta e tu nemmeno riesci a sbattere le palpebre, per la paura di perderla di vista. E senti il pubblico che trattiene un urlo e tutti in campo si fermano per aspettare, solo tu e l'avversaria che corre siete le protagoniste. La palla scende e tu devi ricordarti di ogni più piccolo insegnamento avuto per poterla prendere bene, di ogni tua esperienza per fare quel gesto nel migliore dei modi.
Non puoi vanificare il lavoro di tutta la squadra, delle tue amiche, di una lanciatrice che ha messo ogni briciolo della sua esperienza in quella partita e l'ha fatto magistralmente, non puoi compromettere tempi e sacrifici, rinunce e sensi di colpa, per tutte le persone e le occasioni che tutte hanno dovuto subire, perdere, rimpiangere per poter arrivare fin lì. Non puoi deludere figli, nipoti, genitori, amici che, in questo momento, sono lì con il pensiero o di persona a stringere i denti, sibilando un "forza! " che vorrebbero tu sentissi. Valuta, calcola, prevedi. Un istante di silenzio. La palla è nel tuo guanto, le tue compagne sono già in corsa verso di te, la maschera del ricevitore vola in aria e il pubblico vi avvolge di urla e felicità.
Ora lo sai, se te lo chiederanno mai, saprai rispondere: quanto dura un sogno? Otto anni e quattro secondi. Ovvero l'attesa della nazionale italiana di softball seniores prima di ritornare meritatamente sul tetto d'Europa.
di Cristina Pivirotto
Nella foto, la gioia delle azzurre dopo la vittoria del titolo (Ezio Ratti - Fibs.it).