Il baseball americano non è fatto di sola Major League, anzi, c’è tutto un mondo dietro: il vero baseball fatto di sacrifici, lacrime e sudore.
La MLB è per tutti il punto d’arrivo, l’olimpo del baseball, ma per quei pochi atleti che ci arrivano ci sono migliaia di giocatori che quel traguardo riusciranno solo ad accarezzarlo, a sfiorarlo, senza mai raggiungerlo.

Qualcuno invece ci arriva, ma poi non è abbastanza fortunato da rimanerci.

Questo è appunto il caso di Mike Hessman, all’anagrafe Michael Steven Hessman, una vita di altalene fra MLB e leghe minori, con queste ultime che hanno segnato in gran parte la sua carriera.
Ma se per qualcuno il Triple-A può essere vissuto come una sorta di purgatorio in attesa di riuscire ad arrivare forse un giorno in paradiso, per Hessman non è stato che l’opportunitò di fare ciò che sa fare meglio, i fuoricampo.

Il giocatore ormai trentaseienne infatti nei giorni scorsi ha stabilito un nuovo altisonante record nel baseball moderno, arrivando a realizzare 400 home run nelle leghe minori.
Il terza base dei Toledo Mud Hens, che ha giocato anche in Giappone negli Orix Buffaloes (la squadra di Alex Maestri) nel 2011, è il primo giocatore dopo la seconda guerra mondiale a raggiungere tale traguardo.

Ed è stato proprio quello il crocevia per Hessman che si è sempre distinto per la sua propensione a spedirla oltre le recinzioni.
Infatti dopo il suo ritorno dalla NPB (l’equivalente della MLB giapponese) il veterano ad Oaklahoma con i RedHawks ha realizzato 35 fuoricampo, mentre nell’anno successivo a Louisville (con i Bats) altri 25.

Ma Hessman ha avuto la sua fetta di gloria anche in Major League, dove debuttò nel 2003 con la maglia degli Atlanta Braves: 6 valide e 2 fuoricampo nei 21 turni di battuta assolti, che alla fine gli valsero una media battuta di .286.
Ma l’anno dopo fu molto meno fortunato, con le apparizioni al piatto che si alzarono a 69 le valide furono solamente 9, e con una average di appena 130 il buon Hessman fu subito rispedito nel limbo del AAA.

Ci riprovò nel 2007 però, quando furono i Detroit Tigers a volerlo provare concedendogli l’opportunità di fare 51 apparizioni, che il buon Mike ripagò con 12 valide e 4 home run e che alla fine gli valsero un buon .235 di media battuta.
L’anno dopo, sempre passando per le leghe minori ovviamente, i Tigers gli diedero un’ulteriore possibilità: ricambiata da 8 valide e ben 5 fuoricampo in appena 27 turni di battuta per l’impressionante media di .296. Anche stavolta però non fu sufficente.

Dopo essere finito addirittura in Rookie League con i Mets, ecco la decisione di trasferirsi in Giappone per l’inizio della rinascita.

Ora le cose sono tornate a girare nel migliore dei modi per lui e attualmente, mentre scrivo questo articolo, Hessman ha realizzato 14 home run a Toledo sfondando il muro dei 400 fuoricampo ed arrivando a 403.

“Amo giocare a questo gioco fin da quando ero ragazzino” ha detto lo stesso Hessman ad Howard Megdal che lo ha intervistato. “Mio padre era un pitching coach quando giocavo nella Little League. Ho praticato molto sport ma il baseball è rimasta la mia vera passione.”

Nonostante la sua carriera possa risultare frustrante e deludente, Hessman può comunque contare sul supporto di sua moglie Sabrina e della piccola Madalyn di 4 anni.

“Per me il loro apporto è fondamentale” ammette Mike. “Le sensazioni che ti dà battere un home run non si possono descrivere; al pari di quelle che provi nel momento in cui diventi padre. Ci sono giorni molto difficile, quando entri in una brutta striscia bi partite in cu non riesci più a battere. Ma quando esci dalla clubhouse e trovi la tua bambina che ti sorride, non c’è altra cura al mondo che possa aiutarti a rialzare la testa.”

di Michele Acacia

Nella foto, Mike Hessman con la divisa di Toledo (USATodaySports - Sportsonearth.com).