ANDREA EVANGELISTI A GRANDESLAM.NET: ''RITORNARE IN CAMPO IN IBL DOPO 13 ANNI È STATA UNA GRANDE EMOZIONE''
Più o meno un mese fa il Rimini Baseball aggiungeva al proprio staff tecnico un giocatore molto amato: Andrea Evangelisti. Dai commenti di piacere e soddisfazione dei tifosi a quella notizia, siamo passati, in queste ultime ore, alla sorpresa e all’eccitazione per il ritorno in campo, imprevisto e imprevedibile, dello stesso Evangelisti, avvenuto in occasione della sfida contro il Novara disputata lo scorso giovedì sera.
Mitico numero 10, un sogno rivederti in campo. E’ stata una decisione pianificata o hai subìto la scelta improvvisa dell’allenatore?
Casacca n. 10: il mio numero preferito. Da piccolino mi ha sempre affascinato vedere i big del calcio con questo numero importante e di responsabilità. Assolutamente non è stata una scelta pianificata. Nel corso della partita, i cambiamenti tecnici e le strategie tattiche per vincere la partita, hanno fatto si che io potessi entrare in seconda base, al 10° inning alle ore 00.30 circa.
Sei entrato nello staff del Rimini, scelto da Paolo Ceccaroli, per creare il nuovo corso del Rimini. Pensavi mai di poter sostenere un rientro in IBL?
Diciamo che dopo il mio ritiro (non ufficiale, nel 2004, in quanto non ho mai fatto una partita d’addio), sono sempre stato vicino alla società. Questo amore per il baseball è talmente forte che non sono mai riuscito e, credo, mai riuscirò a togliermelo dalla testa ma sopratutto dal cuore. Il tutto è nato da una chiacchierata a tavola con Elio Gambuti e Paolo Buzzoni (preparatore atletico), quando si mormorava già del ritorno di Ciga a Rimini. A questo punto mi sono permesso di chiedergli se potevo partecipare attivamente e far parte della sua brigata, come aiuto allenatore insieme a tutto lo staff tecnico attuale: Paolo Illuminati, Cesar Heredia, Elio Gambuti, e Andrea Palumbo. Poi una serie di incomprensioni interne (non si sapeva che io, da diversi anni, avevo fatto il corso di tecnico di base e quindi in possesso della tessera da allenatore) ha fatto si che io venissi tesserato come giocatore. Il mio sogno sarebbe quello di creare il nuovo Rimini Baseball, insieme a tutti gli ex giocatori Roberto Cabalisti, Mike Romano, Alessandro Gaiardo, Beppe Carelli, Paolo Ceccaroli, Elio Gambuti, chi con ruolo e chi con un altro, seguendo il progetto di altre squadre nazionali, come il Nettuno, il Bologna, il Parma, e tante altre. Questo permetterebbe di aumentare il potenziale tecnico del Rimini Baseball, dal settore giovanile alla prima squadra e anche di poter dar vita al progetto dell’Accademia, per dare la possibilità a tutti i giovani di potersi confrontare con coloro che hanno rappresentato il baseball italiano, con l’aiuto e il sostegno della federazione italiana. Sinceramente non avrei mai pensato ad un rientro in IBL come giocatore, ma fortunatamente grazie al mantenimento delle mie qualità atletiche, credo, senza falsa modestia, che qualche inning me lo posso ancora giocare.
Appena entrato in campo sei stato subito chiamato in causa con un doppio difensivo realizzare.
Diciamo che mi sono trovato subito in scena, visto che con la regola del tie break, entri già nel vivo del gioco, e devi essere già pronto ad affrontare o una situazione di bunt o una situazione da doppio gioco.
Quindi, battuta su Infante e giro da doppio gioco, ma essendo una battuta lenta, il corridore è riuscito ad arrivare in scivolata sulle mie gambe e il tiro in prima, purtroppo, è andato per terra. Il corridore dalla terza è andato a casa base, segnando il punto del 4-3. Ma con una gran forza di reazione e di carattere, da parte di tutta la squadra, al rientro in attacco e con un gran Lino Zappone, ci ha permesso di chiudere la partita sul 5-4.
Emozioni. Cosa hai provato andando a sistemarti in posizione sul campo? Hai giocato ai massimi livelli, hai smesso e adesso, dopo 13 anni, sei stato chiamato a riprendere il gioco: c’è ancora emozione per te?
Una grande emozione, si, soprattutto nei primi passi dal dugout alla seconda, ma l’aiuto del pubblico con una standing ovation e dei compagni di squadra, mi hanno riportato a rivivere il gioco dei vecchi tempi. Ho avuto la fortuna di aver giocato ai massimi livelli, grazie a tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno dato l’opportunità di farlo, a partire da Sergio Zucconi, Giulio Montanini e Angelo Fanara per l’inserimento in nazionale juniores, poi il passo successivo, con un ringraziamento particolare al mega presidente Rino Zangheri per la serie A del Rimini e, infine, per arrivare alla nazionale maggiore ricordando Silvano Ambrosioni, Sal Varriale e Carlito Guzman. Credo di aver acquisito una certa padronanza del gioco ereditata, negli anni addietro, giocando contro grandi campioni internazionali cubani, americani, giapponesi, dominicani, venezuelani e, da veterano, sto cercando di trasmettere la mia professionalità ed esperienza all’interno del nostro gruppo. Speriamo che ci sia umiltà per poterla recepire.
di Cristina Pivirotto
Nella foto di repertorio, Evangelisti nel box di battuta (Simone Rosa - Anteprima.net).
Mitico numero 10, un sogno rivederti in campo. E’ stata una decisione pianificata o hai subìto la scelta improvvisa dell’allenatore?
Casacca n. 10: il mio numero preferito. Da piccolino mi ha sempre affascinato vedere i big del calcio con questo numero importante e di responsabilità. Assolutamente non è stata una scelta pianificata. Nel corso della partita, i cambiamenti tecnici e le strategie tattiche per vincere la partita, hanno fatto si che io potessi entrare in seconda base, al 10° inning alle ore 00.30 circa.
Sei entrato nello staff del Rimini, scelto da Paolo Ceccaroli, per creare il nuovo corso del Rimini. Pensavi mai di poter sostenere un rientro in IBL?
Diciamo che dopo il mio ritiro (non ufficiale, nel 2004, in quanto non ho mai fatto una partita d’addio), sono sempre stato vicino alla società. Questo amore per il baseball è talmente forte che non sono mai riuscito e, credo, mai riuscirò a togliermelo dalla testa ma sopratutto dal cuore. Il tutto è nato da una chiacchierata a tavola con Elio Gambuti e Paolo Buzzoni (preparatore atletico), quando si mormorava già del ritorno di Ciga a Rimini. A questo punto mi sono permesso di chiedergli se potevo partecipare attivamente e far parte della sua brigata, come aiuto allenatore insieme a tutto lo staff tecnico attuale: Paolo Illuminati, Cesar Heredia, Elio Gambuti, e Andrea Palumbo. Poi una serie di incomprensioni interne (non si sapeva che io, da diversi anni, avevo fatto il corso di tecnico di base e quindi in possesso della tessera da allenatore) ha fatto si che io venissi tesserato come giocatore. Il mio sogno sarebbe quello di creare il nuovo Rimini Baseball, insieme a tutti gli ex giocatori Roberto Cabalisti, Mike Romano, Alessandro Gaiardo, Beppe Carelli, Paolo Ceccaroli, Elio Gambuti, chi con ruolo e chi con un altro, seguendo il progetto di altre squadre nazionali, come il Nettuno, il Bologna, il Parma, e tante altre. Questo permetterebbe di aumentare il potenziale tecnico del Rimini Baseball, dal settore giovanile alla prima squadra e anche di poter dar vita al progetto dell’Accademia, per dare la possibilità a tutti i giovani di potersi confrontare con coloro che hanno rappresentato il baseball italiano, con l’aiuto e il sostegno della federazione italiana. Sinceramente non avrei mai pensato ad un rientro in IBL come giocatore, ma fortunatamente grazie al mantenimento delle mie qualità atletiche, credo, senza falsa modestia, che qualche inning me lo posso ancora giocare.
Appena entrato in campo sei stato subito chiamato in causa con un doppio difensivo realizzare.
Diciamo che mi sono trovato subito in scena, visto che con la regola del tie break, entri già nel vivo del gioco, e devi essere già pronto ad affrontare o una situazione di bunt o una situazione da doppio gioco.
Quindi, battuta su Infante e giro da doppio gioco, ma essendo una battuta lenta, il corridore è riuscito ad arrivare in scivolata sulle mie gambe e il tiro in prima, purtroppo, è andato per terra. Il corridore dalla terza è andato a casa base, segnando il punto del 4-3. Ma con una gran forza di reazione e di carattere, da parte di tutta la squadra, al rientro in attacco e con un gran Lino Zappone, ci ha permesso di chiudere la partita sul 5-4.
Emozioni. Cosa hai provato andando a sistemarti in posizione sul campo? Hai giocato ai massimi livelli, hai smesso e adesso, dopo 13 anni, sei stato chiamato a riprendere il gioco: c’è ancora emozione per te?
Una grande emozione, si, soprattutto nei primi passi dal dugout alla seconda, ma l’aiuto del pubblico con una standing ovation e dei compagni di squadra, mi hanno riportato a rivivere il gioco dei vecchi tempi. Ho avuto la fortuna di aver giocato ai massimi livelli, grazie a tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno dato l’opportunità di farlo, a partire da Sergio Zucconi, Giulio Montanini e Angelo Fanara per l’inserimento in nazionale juniores, poi il passo successivo, con un ringraziamento particolare al mega presidente Rino Zangheri per la serie A del Rimini e, infine, per arrivare alla nazionale maggiore ricordando Silvano Ambrosioni, Sal Varriale e Carlito Guzman. Credo di aver acquisito una certa padronanza del gioco ereditata, negli anni addietro, giocando contro grandi campioni internazionali cubani, americani, giapponesi, dominicani, venezuelani e, da veterano, sto cercando di trasmettere la mia professionalità ed esperienza all’interno del nostro gruppo. Speriamo che ci sia umiltà per poterla recepire.
di Cristina Pivirotto
Nella foto di repertorio, Evangelisti nel box di battuta (Simone Rosa - Anteprima.net).