NON LO CHIEDE L'EUROPA, LO CHIEDE IL BUONSENSO
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- Pubblicato Sabato, 29 Novembre 2014 14:33
- Scritto da Marco Mignola (Twitter @MarcoMignola)

E' un gran pasticcio quello ordito dalla federazione europea, che fa marcia indietro rispetto ad un progetto che voleva rilanciare le competizioni continentali e il numero di praticanti entro il 2021, anche come premio alla crescita di molti movimenti. Il tutto però senza fondi e senza un vero piano di promozione del fenomeno e con l'intento non troppo velato di porre un argine al fenomeno San Marino, la corazzata della ditta Antolini&Mazzotti. Affare che riguarda lo status dei Titani all'interno Italian Baseball League e del contesto europeo, di un club che gioca in un campionato diverso dal proprio nazionale, fino ad ora partecipante di diritto alla Champions, applicando però le proprie norme per i visti e non presentando in campo giocatori con passaporto sanmarinese. La soluzione prospettata dalla CEB per il 2015 e che probabilmente sarà rilanciata nel 2016 sarà quella di tre competizioni continentali con una Champions Cup con le top 8 nazioni del ranking, la CEB Cup con le vincitrici delle coppe nazionali, la Federations Cup come torneo minore e con San Marino riconosciuto a tutti gli effetti come club italiano e non come club rappresentante San Marino.
Del dietrofront CEB si hanno poche notizie se non il tweet lanciato per annunciare la posticipazione del progetto al 2016. Ma comunque è facile farsi un'idea di quello che possa essere successo e probabilmente l'attivismo di San Marino rispetto ad alcune questioni irrisolte, vedi applicazione della sentenza Bosman, devono aver fatto frenare il "lungimirante" management della federazione europea.
Sì, perchè se, e ribadisco se, la federazione europea vuole veramente riformare il batti & corri europeo con regole certe, senza ambiguità e cercando di avere un prodotto spendibile sul mercato europeo ha poche strade e molte in conflitto con gli intenti delle federazioni nazionali, Italia e Olanda in primis. L'ambiguità del San Marino è quindi solo uno dei problemi, non l'unico.
Ci troveremo, sia come federazione europea che come nazionale, davanti ad una scelta: mantenere questo sistema di ambiguità che ci permette in un qualche modo di proteggere la crescita di prospetti locali e la crescita di movimenti fino a ieri minoritari o di aprire completamente il mercato ai comunitari (con probabile deroga per San Marino) e porre un limite più forte agli stranieri, con il rischio però di vedere abbassarsi il livello o quantomeno di livellarlo per quanto riguarda i campionati. Con le nazionali poi completamente libere di comporre, come è giusto che sia, squadre con giocatori che hanno il passaporto di quella nazione.
Anche Esselman sembra essersi accorto che esiste la globalizzazione e non basteranno le mosse politiche contro una o più federazioni per mettere sotto il tappeto i problemi del baseball continentale. Data anche l'impossibilità di creare quella famosa Super Lega, sul modello di NFL Europe, che avrebbe permesso a molti club poco interessati allo sviluppo dei propri movimenti nazionali, di avere una league for their own, magari con il supporto della Major League, dopo l'abbandono dei progetti su Italia e Olanda.
Con i voti e le ripicche non si cambia l'organizzazione di uno sport su base continentale, servirebbero competenza e una buona dose di realismo e, probabilmente, una nuova generazione di dirigenti non legate a faide che si trascinano da 20 anni. Ce la faremo a cambiare?
di Marco Mignola